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Palazzo Cenci Maccarani – Prima e Dopo…
Il Progetto di Restauro di Palazzo Cenci Maccarani è stato redatto nel rispetto della Carta del Restauro ed è stato eseguito nel rispetto della preesistenza storico-artistica e delle sue fasi costruttive, indagate attraverso un approfondito studio storico critico. Le indagini preliminari hanno permesso di trovare importanti indicazioni sulla realizzazione dell’intervento originario del ‘500 e di quello successivo del ‘700. Dallo studio del monumento è emersa chiara la volontà dell’architetto Giulio Romano di trattare l’edificio come un’unico blocco di travertino sbozzato e quindi la scelta di un monocromatismo alquanto curioso per l’epoca.
Nella foto si vede la porzione di prospetto principale su piazza S.Eustachio angolo con via del Teatro Valle. È evidente l’attico (quarto livello) e come questo sia trattato differentemente dal resto del prospetto, questo perchè l’attico, e tutto il prospetto su via del Teatro Valle fa parte dell’importante ampliamento avvenuto negli anni 1790/1796
Il piccolo prospetto su largo Monterone replica perfettamente la facciata principale realizzata nel 1500, infatti l’ampliamento settecentesco non tocca questa porzione di edificio e qui si possono leggere perfettamente i rapporti pensati da Giulio Romano
Nella visione dell’angolo si apprezza meglio il piano basamentale con il suo bugnato; le prima due file di bugne in basso sono in Travertino, le bugne soprastanti sono realizzate in muratura. Realizzando dei saggi nella fase conoscitiva è emerso che le tutte le bugne angolari erano in travertino.
Come precedentemente detto dalle analisi conoscitive è emerso che le bugne angolari erano in travertino, perché allora non sono attualmente visibili? Perché negli interventi del 1790/96 le dimensioni e la forma del bugnato del piano basamentale sono state completamente modificate per seguire la moda del momento. Le bugne che vediamo oggi sono quelle del 1700 e non quelle del 1500!
Le cornici in travertino sono state trattate con impacchi al carbonato di ammonio e rifinite al bisturi. Un lavoro di precisione per mantenere intatto il colore originario del travertino che non è quel bianco acceso che troppo spesso si vede.
Il travertino del timpano bugnato del portone era talmente rovinato da non sembrare più neppure travertino. Un accurato restauro gli ha restituito il fascino originale dato anche dalle venature color giallo della pietra.
Al centro del timpano della finestra centrale del prospetto principale abbiamo trovato, inciso nell’intonaco (originale!) la data di fine lavori: 1549